martedì 25 novembre 2014

Concussione e amianto: primato (in negativo) per le Marche




ANCONA - Concussione e amianto. Mazzette e sfregi all'ambiente.  Due logiche criminali diverse, ma che si incontrano nelle statistiche di fine anno con un bilancio finale a dir poco desolante. Se non peggio.  Nella rilevazione del 2013 di "Transparency International" l'Italia ha registrato un indice di corruzione percepita pari a 43 (rispetto al valore di massima trasparenza di 100) che riflette l'impatto che fenomeni di corruzione e di malversazioni hanno avuto sulla percezione nazionale e internazionale del fenomeno. L'Italia si colloca su posizioni analoghe a quelle di numerosi paesi dell'Asia e dell'America Latina.

Il panorama della distribuzione dei reati di concussione nelle singole regioni si presenta diversificato. La maglia nera va alle Marche che, però, non è sola.  Ad essa, i fatti, segue la Liguria, la Lombardia  e l'Emilia Romagna. Infine,  il Lazio, la Toscana, l'Abruzzo, la  Basilicata, la Campania, la Calabria, il Molise, la Puglia e la Sicilia. I reati di corruzione, invece, prevalgono nel Friuli Venezia Giulia, in Lombardia e in Liguria nel Nord del paese; in Toscana e nel Lazio nel Centro; in Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise e Puglia nel Mezzogiorno.

Dall'analisi delle condanne per concussione e corruzione passate in giudicato - fonte Anac - il numero dei condannati per corruzione diminuisce notevolmente dal 2007 al 2011 (si passa da 749 a 458), mentre il numero dei condannati per concussione si triplica, passando da 134 a 344. Un dato, quest'ultimo, significativo.  E per correre ai ripari qualche giorno fa e' stato siglato  a Roma il protocollo d'intesa tra il presidente dell'Autorita' Nazionale Anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone e il presidente del Consiglio Nazionale del Notariato (Cnn) Maurizio D'Errico.

Il tema, come al solito, e' la prevenzione ed una forma di contrasto alla corruzione e all'illegalita' nella pubblica amministrazione. L'accordo, risultato di un confronto avviato nella comune consapevolezza dell'utilita' di una partnership per diffondere la cultura della legalita', ha come scopo quello di prevenire possibili rischi di infiltrazioni mafiose e fenomeni collusivi nel sistema dei contratti pubblici.

Per l'amianto, etichettato dagli esperti come fibra killer per i casi di tumori o leucemie che provoca a chi ne e' a stretto contatto, la situazione si complica. La battaglia si combatte su due fronti: da una parte il caos sulla mancanza di aiuti specifici per  chi lo rimuove ( Sicilia e Puglia a parte), con costi vertiginosamente alti per le bonifiche; dall'altra, il fenomeno dello sversamento illecito nei posti più singolari, solitamente campagne o aree abbandonate a ridosso di zone industriali. E qui  casca l'asino. Se in Italia ci sono almeno 33.600 siti d'amianto ( almeno quelli che sono stati censiti), ecco che ancora una volta le Marche conquistano il loro secondo primato. In negativo.

E' proprio nelle Marche ( in Abruzzo e comunque su tutto il versante adriatico) infatti,  che, secondo il Piano Nazionale Amianto, si trova la maggiore concentrazione della fibra killer. I dati, generalmente molto precisi, sono al netto, pero', di quelle situazioni che per ovvie ragioni non sono state censite, considerato che in alcune parti d'Italia esiste un vero e proprio black out di informazioni, come la Sicilia e la Calabria. Fatto sta che in Italia sono stati bonificati solo 800 siti su oltre 30mila.

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