venerdì 22 luglio 2016

Finanziamento ai partiti, dossier Openpolis:" Iva al 4% sulle spese per le campagne elettorali. Per le politiche del 2013, mancate entrate per l'erario fino a 7,4 milioni.

Iva al 4% sulle spese per le campagne elettorali. I partiti risparmiano, lo Stato (i cittadini) si appesantisce. Per le politiche del 2013 si possono stimare mancate entrate per l’erario fino a 7,4 milioni di euro. "Sotto il materasso". Ecco il dossier di Openpolis sul finanziamento ai partiti.


(foto www.vnews24.it)

Eduardo Parente
(giornalista, blogger)

Con l’abolizione dei rimborsi elettorali si è parlato di fine del finanziamento pubblico alla politica. Ma è davvero così? Abbiamo ricostruito il quadro dei soldi che i partiti ricevono dallo stato, osservando le tendenze emergenti in vista della fine dei rimborsi.


Finanziamenti vecchi e nuovi. Per anni, i canali di finanziamento tradizionali sono stati incentrati sui rimborsi elettorali (aboliti dal 2017) e sui contributi diretti ai media di partito e ai gruppi in parlamento e nei consigli regionali. Le nuove forme di finanziamento pubblico invece si basano sul 2×1000, sulla detassazione delle donazioni ai partiti e su altre agevolazioni, fiscali e non. Cambia la logica di fondo del sistema: sono sempre meno i soldi legati a criteri come il consenso elettorale, mentre viene premiata la capacità delle forze politiche di attrarre finanziamenti privati.
2×1000 e donazioni detassate. Dopo il flop del 2014, quando i partiti hanno totalizzato tutti insieme poco più di 300mila euro, nel suo secondo anno di vita il 2×1000 ha avuto molto più successo: oltre 12 milioni di euro versati dai cittadini, anche se ne sono stati incassati 9,6 milioni a causa del limite che la legge fissava per quell’anno, il 2015. Tra le forze politiche che si sono adattate meglio al nuovo sistema Pd, Lega nord e Sel. Ma solo il 2,7% dei contribuenti destina il 2X1000 a una forza politica. Sul fronte delle agevolazioni, chi dona fino a 30mila euro ai partiti può detrarre il 26% in dichiarazione dei redditi. Una misura che dovrebbe valere solo per le donazioni, ma che è stata estesa anche a contributi non proprio volontari: anche la quota che parlamentari ed eletti devono versare obbligatoriamente al partito viene detassata come se fosse una elargizione spontanea.
Iva e altre agevolazioni. Altre forme di finanziamento, già esistenti o di nuova introduzione, acquisiscono maggior peso. Sulle spese per le campagne elettorali i partiti pagano l’iva al 4%, con un risparmio non indifferente a carico dello stato: per le politiche del 2013 si possono stimare mancate entrate per l’erario fino a 7,4 milioni di euro. Inoltre lo stato ha versato 1,4 milioni di euro alle emittenti radio e tv locali nel 2014 per trasmettere spot elettorali gratuiti per i candidati. 15 milioni di euro sono i soldi stanziati nel 2014 per far fronte alla cassa integrazione dei dipendenti dei partiti.
Partiti sempre meno centrali. Dall’analisi emerge che con il nuovo sistema, i partiti diventano un agente economico sempre meno centrale, a vantaggio di altri soggetti. Per fare un esempio nel 2014 hanno ricevuto 35 milioni con i rimborsi elettorali, contro i 49 incassati nello stesso anno dai gruppi parlamentari di camera e senato. Diventano sempre più strategiche le risorse destinate ai gruppi parlamentari, perché vanno a compensare i tagli alle risorse destinate ai partiti.
Soldi ai gruppi politici e ai media di partito. I gruppi parlamentari e dei consigli regionali hanno ricevuto complessivamente oltre 80 milioni di euro nel 2014. In attesa di capire l’esito della riforma costituzionale al voto in autunno, che prevede l’abolizione dei trasferimenti ai gruppi regionali, ad oggi quei contributi sono diventati vitali per le forze politiche. Anche se formalmente destinati alla sola promozione dell’attività istituzionale, i bilanci dei gruppi si fanno carico di spese di comunicazione tradizionalmente affidate ai partiti. Oltre a questi fondi, lo stato destina ancora 9 milioni di euro annui per giornali e radio di partito, in molti casi incassati da imprese in via di liquidazione.
MiniDossier Openpolis. “Sotto il materasso 2016” è il numero 07/2016 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre punti di vista nuovi e diversi. Anche per dare continuità a questo lavoro durante l’anno è fondamentale sostenere openpolis attraverso la campagna di donazioni o il 5×1000.
FONTE
Openpolis

Finanziamento ai partiti, dossier Openpolis:" Iva al 4% sulle spese per le campagne elettorali. Per le politiche del 2013, mancate entrate per l'erario fino a 7,4 milioni.

Iva al 4% sulle spese per le campagne elettorali. I partiti risparmiano, lo Stato (i cittadini) si appesantisce. Per le politiche del 2013 si possono stimare mancate entrate per l’erario fino a 7,4 milioni di euro. "Sotto il materasso". Ecco il dossier di Openpolis sul finanziamento ai partiti.


(foto www.vnews24.it)

Eduardo Parente
(giornalista, blogger)

Con l’abolizione dei rimborsi elettorali si è parlato di fine del finanziamento pubblico alla politica. Ma è davvero così? Abbiamo ricostruito il quadro dei soldi che i partiti ricevono dallo stato, osservando le tendenze emergenti in vista della fine dei rimborsi.


Finanziamenti vecchi e nuovi. Per anni, i canali di finanziamento tradizionali sono stati incentrati sui rimborsi elettorali (aboliti dal 2017) e sui contributi diretti ai media di partito e ai gruppi in parlamento e nei consigli regionali. Le nuove forme di finanziamento pubblico invece si basano sul 2×1000, sulla detassazione delle donazioni ai partiti e su altre agevolazioni, fiscali e non. Cambia la logica di fondo del sistema: sono sempre meno i soldi legati a criteri come il consenso elettorale, mentre viene premiata la capacità delle forze politiche di attrarre finanziamenti privati.
2×1000 e donazioni detassate. Dopo il flop del 2014, quando i partiti hanno totalizzato tutti insieme poco più di 300mila euro, nel suo secondo anno di vita il 2×1000 ha avuto molto più successo: oltre 12 milioni di euro versati dai cittadini, anche se ne sono stati incassati 9,6 milioni a causa del limite che la legge fissava per quell’anno, il 2015. Tra le forze politiche che si sono adattate meglio al nuovo sistema Pd, Lega nord e Sel. Ma solo il 2,7% dei contribuenti destina il 2X1000 a una forza politica. Sul fronte delle agevolazioni, chi dona fino a 30mila euro ai partiti può detrarre il 26% in dichiarazione dei redditi. Una misura che dovrebbe valere solo per le donazioni, ma che è stata estesa anche a contributi non proprio volontari: anche la quota che parlamentari ed eletti devono versare obbligatoriamente al partito viene detassata come se fosse una elargizione spontanea.
Iva e altre agevolazioni. Altre forme di finanziamento, già esistenti o di nuova introduzione, acquisiscono maggior peso. Sulle spese per le campagne elettorali i partiti pagano l’iva al 4%, con un risparmio non indifferente a carico dello stato: per le politiche del 2013 si possono stimare mancate entrate per l’erario fino a 7,4 milioni di euro. Inoltre lo stato ha versato 1,4 milioni di euro alle emittenti radio e tv locali nel 2014 per trasmettere spot elettorali gratuiti per i candidati. 15 milioni di euro sono i soldi stanziati nel 2014 per far fronte alla cassa integrazione dei dipendenti dei partiti.
Partiti sempre meno centrali. Dall’analisi emerge che con il nuovo sistema, i partiti diventano un agente economico sempre meno centrale, a vantaggio di altri soggetti. Per fare un esempio nel 2014 hanno ricevuto 35 milioni con i rimborsi elettorali, contro i 49 incassati nello stesso anno dai gruppi parlamentari di camera e senato. Diventano sempre più strategiche le risorse destinate ai gruppi parlamentari, perché vanno a compensare i tagli alle risorse destinate ai partiti.
Soldi ai gruppi politici e ai media di partito. I gruppi parlamentari e dei consigli regionali hanno ricevuto complessivamente oltre 80 milioni di euro nel 2014. In attesa di capire l’esito della riforma costituzionale al voto in autunno, che prevede l’abolizione dei trasferimenti ai gruppi regionali, ad oggi quei contributi sono diventati vitali per le forze politiche. Anche se formalmente destinati alla sola promozione dell’attività istituzionale, i bilanci dei gruppi si fanno carico di spese di comunicazione tradizionalmente affidate ai partiti. Oltre a questi fondi, lo stato destina ancora 9 milioni di euro annui per giornali e radio di partito, in molti casi incassati da imprese in via di liquidazione.
MiniDossier Openpolis. “Sotto il materasso 2016” è il numero 07/2016 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre punti di vista nuovi e diversi. Anche per dare continuità a questo lavoro durante l’anno è fondamentale sostenere openpolis attraverso la campagna di donazioni o il 5×1000.
FONTE
Openpolis

mercoledì 14 ottobre 2015

Teramo, scure sui servizi ai disabili. La protesta del comitato:" Abbandonati e senza diritti"

TERAMO - La scure dell'Isee contro i disabili o quella delle "delibere pasticcio"del comune? Comunque sia andata, la sostanza non cambia: a Teramo è il caos, le famiglie si vedono costrette a rinunciare alle ore di assistenza domiciliare per i cari affetti da disabilità. E c'è chi, come il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, nelle scorse settimane, ha fatto ricadere la responsabilità di questo caos normativo sul Governo, sottolineando "le falle del nuovo sistema di valutazione Isee introdotto da Renzi".

Ma la frittata è fatta: e alle incertezze normative seguono storie di persone affette da disabilità a cui dignità e diritti sono stati strappati via: "sono la mamma di Franco, un ragazzo di 18 anni, autistico. E dal 1 agosto ci hanno tolto l'assistenza". A parlare è Sabrina. Che non ne può più. Dopo tante richieste di aiuto, Sabrina, fondatrice insieme ad altri del Comitato Teramo Solidale, ha, però, battuto i pugni sul tavolo e si è fatta sentire sul serio. La voce del Comitato è, così, arrivata fino all'associazione Luca Coscioni, con la visita a Teramo di Mina Welby.

Il comune, poi, ci mette del suo. La prima delibera comunale era mirata a ridefinire i servizi socio assistenziali, ma non ad operare tagli. I propositi erano buoni, il comune aveva cercato di equilibrare sproporzioni nel monte ore degli utenti, con un nuovo regolamento, la riapertura del bando e con la reintroduzione della compartecipazione. Poi, il caos. Nella prima "delibera pasticcio", infatti,  erano compresi requisiti talmente rigidi che, con la compartecipazione, la nuova graduatoria, quella di agosto 2015, aveva visto la rinuncia di un numero impressionante di famiglie, costrette a fare un passo indietro di fronte al muro impenetrabile dell'Isee e di una serie di incredibili errori: non era stato valutato il nuovo calcolo Isee e il primo bando non contemplava, come, invece, dice la legge, l'Isee ristretto per i ragazzi maggiorenni affetti da disabilità, come Franco.

Dunque, tutto da rifare. A luglio scorso, quindi, secondo Chiara Ciminà, attivista del comitato Teramo Solidale, "si riapre il bando con l'integrazione dell'Isee ristretto, ma c'è ancora qualcosa che non funziona nella graduatoria. Numero di protocollo, iniziali degli aventi diritto e calcolo della compartecipazione: Tutto sbagliato". E le famiglie si innervosiscono sul serio. Insomma, oltre alle incertezze normative, anche una serie di imperdonabili errori da parte del comune di Teramo. Intanto il tempo scorre e il comitato passa al contrattacco con una serie di iniziative di sensibilizzazione: l'hashtag "#iostoconundisabile" diventa virale, a tal punto che all'indirizzo di posta del Comitato Teramo Solidale arrivano foto anche da Boston e da New York.

La protesta, dunque, prosegue per tutto settembre scorso con una raccolta fondi, appoggiata anche dall'associazione Autismo Abruzzo Onlus, che in sole tre ore raccoglie quasi 2000 euro per fare ricorso al Tar dell'Aquila. Ma la minaccia legale delle famiglie intimorisce il sindaco di Teramo che, alla velocità della luce, va ad integrare i punti più lacunosi della delibera precedente, facendo partire un nuovo bando e "scardinando, così - dice Chiara Ciminà - quelli che erano i punti fondamentali del nostro ricorso al Tar, già pronto". Ma l'ennesima graduatoria, promessa dal sindaco teramano in tempi brevi, auspicando che questa volta sia quella giusta, ad oggi, non è ancora uscita. E le storie di famiglie con disabili allo stremo, si moltiplicano giorno per giorno.

giovedì 11 dicembre 2014

Mafia Capitale, Casapound alla volta del Campidoglio:"Marino dimettiti"



"Marino dimettiti: elezioni subito". E il Campidoglio è sotto assedio. Dritti per la loro strada, quelli di Casapound, armati di bandiere, striscioni con frasi eloquenti, e slogan, puntano il Campidoglio al grido di "noi la mafia non la vogliamo", dopo la bufera dell'inchiesta Mondo di Mezzo. Infiamma, dunque, la protesta a pochi metri dalle stanze dorate del comune di Roma dove i militanti del gruppo di estrema destra chiedono le dimissioni del sindaco, Ignazio Marino e che si torni alle urne.

"Il sindaco ce la sta mettendo tutta per tirarsi fuori da ogni responsabilità, ma l'immagine di Roma che esce dall'inchiesta 'Mondo di mezzo' è devastante e non lo lascia certo indenne - spiega Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia -. Un assessore e il presidente del Consiglio Comunale indagati non consentono a Marino di rivendicare, come pure ha fatto, la trasparenza della sua amministrazione e la sua estraneità a un sistema criminale che faceva affari sotto il suo naso. E il Pd non ha fatto meglio di lui: fino a ieri era pronto a scaricarlo, oggi lo difende a spada tratta terrorizzato dal pericolo del ritorno alle urne. Dall'indagine è emersa una 'mafia trasversale' che ha avvelenato la città: abbiamo visto le mani di alcuni del Pd, esattamente come quelle di alcuni del Pdl, posarsi avide sul business dell'accoglienza, abbiamo sentito raccontare dell'ex vice capo di gabinetto di Veltroni che prendeva 'uno stipendio' dalla 'cosca'. Al di là delle responsabilità penali specifiche, di fronte a un sistema criminale che agisce indisturbato all'interno delle istituzioni, le dimissioni sarebbero il 'minimo sindacale' per un primo cittadino che si rispetti".

"Il comune va sciolto - conclude Davide, fratello di Simone di Stefano - e si deve andare ad elezioni, è una situazione vergognosa dove è emerso questo sistema, questo malaffare che riguarda in particolare i centri d’accoglienza e i campi rom. È una situazione a delinquere bipartisan, una mafia trasversale. Noi siamo qui per dimostrare che su 100 indagati zero sono di Casapound”.



Mafia Capitale, Di Battista bacchetta Napolitano:"Il Presidente della Repubblica da degli eversori a milioni di italiani".



Basta una dichiarazione del capo dello Stato che scoppia l'inferno. Come quella che Napolitano ha rilasciato ieri a margine del discorso all'Accademia dei Lincei:"La critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purchè non priva di obiettività, senso della misura e capacità di distinguere, è degenerata in anti-politica, cioè in patologia eversiva". Insomma, un vero e proprio siluro, quello di Napolitano, sganciato contro il Movimento Cinque Stelle. Ma di Battista, dal suo profilo Facebook, lo evita e passa al contrattacco, tracciando una sorta di biografia del capo dello Stato, "tanto per ricordare agli italiani - scrive di Battista su Facebook -, chi è Napolitano". E comincia: "Napolitano ha compiuto le seguente azioni e si permette di dire - con la mafia che si mangia Roma – che 'la critica alla politica è degenerata in patologia eversiva'".

"Sta dicendo - scrive ancora -  a tutti gli italiani che provano disgusto, vomito, rabbia nei confronti dei politici-ladri che rubano i nostri soldi, che fanno accordi con la camorra per sotterrare rifiuti tossici e che inciuciano con la mafia per spartirsi appalti che SONO EVERSORI. Il Presidente della Repubblica dà degli EVERSORI a milioni di Italiani. Ricordiamo, ancora una volta, chi è Napolitano:
1. "Giorgio Napolitano è entrato in Parlamento l’anno della morte di Stalin. Era il 1953 e i suoi 61 anni di politica sono costati al contribuente italiano oltre 16 milioni di euro tra stipendi e rimborsi vari".
2. "Nel 1956, quando i carri armati sovietici massacravano gli studenti a Budapest dichiarava che l’URSS stava portando la pace in Ungheria".

3. "Nel 1981 definì le parole di Berlinguer sulla questione morale (“I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali”) “vuote invettive”".

4. "Nel 1993, quando la Guardia di Finanza si presentò alla Camera per richiedere gli originali dei bilanci dei partiti (in epoca tangentopoli) il Segretario generale della Camera, su ordine dell’allora Presidente Napolitano, oppose ai finanziari l’immunità di sede, ovvero il divieto per le forze dell’ordine di entrare a Montecitorio".

5. "Durante il processo sulle tangenti ENIMONT Craxi, dichiarò all’allora PM Di Pietro che “non è credibile che il Presidente della Camera, onorevole Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni ministro degli Esteri del PCI e aveva rapporti con tutta la nomenklatura comunista dell’Est a partire da quella sovietica, non si fosse mai accorto del grande traffico (di finanziamento irregolare) che avveniva sotto di lui”".

6. "Mentre è Ministro degli Interni viene criticato per non aver fatto sorvegliare Licio Gelli, boss della P2, condannato, tra l’altro, per depistaggio sulla Strage di Bologna e bancarotta fraudolenta (Banco Ambrosiano), che riesce a fuggire all’estero".

7. "Il Ministro degli Interni Napolitano, con la legge Turco-Napolitano, istituisce i CPT, i Centri di Permanenza Temporanea, vere e proprie prigioni per clandestini in mano alle solite cooperative degli amici degli amici".

8. "Era Ministro degli interni quando venne posto il segreto di stato sulle confessioni del camorrista Schiavone che già nel 1997 aveva raccontato il dramma della Terra dei Fuochi".

9. "Da Presidente della Repubblica firma senza batter ciglio (pur potendo esercitare il potere di rinvio presidenziale) due leggi-porcate berlusconiane: Lodo Alfano e Legittimo Impedimento. Entrambe le leggi vengono poi dichiarate incostituzionali dalla Corte".

10. "Nel 2012 concede la grazia al colonnello USA Joseph L. Romano condannato, assieme ad altri 22 agenti della CIA, per il rapimento ed il sequestro sul territorio italiano dell’Imam di Milano Abu Omar".

11. "Ha mantenuto una condotta poco trasparente riguardo al processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Ha sollevato il Conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, in merito ad alcune intercettazioni telefoniche indirette riguardanti lo stesso Capo dello Stato. Intercettazioni che poi sono state distrutte. Inoltre non ha espresso alcuna solidarietà al PM Di Matteo quando quest’ultimo ha ricevuto una vera e propria condanna a morte dal boss Totò Riina".
Infine, sulla trattativa stato mafia, l'ultimo punto di Di Battista:" Non si è presentato spontaneamente ai giudici di Palermo che lo volevano interrogare nell’ambito del processo sulla Trattativa. Sarà costretto solo dalla decisione della Corte di Assise di Palermo". "Noi non dimentichiamo Presidente - conclude -, noi non stiamo zitti perché il silenzio è mafia".


Corruzione, Renzi su Twitter:" regole ferree contro corruzione". Salvini :" Chiacchierone".



"Su 50mila carcerati, solo 257 per corruzione. Non è serio. Non basta lo sdegno: regole più dure, domani, in consiglio dei Ministri". Parola del Premier, Matteo Renzi, che questa mattina lancia su Twitter un "buongiorno a tutti", condito con una feroce dichiarazione di guerra ai corrotti e agli scandali.

"Il mattino ha l'oro in bocca", qualcuno dice, ma per l'astro nascente della Lega,  Matteo Salvini, non è così: passa qualche ora dal tweet del premier, che promette battaglia al malaffare con regole più dure in consiglio dei Ministri, ma il "Salvini desnudo" replica duramente su Facebook, scimmiottando le dichiarazioni di Renzi, bollandolo come un "chiacchierone".

"Renzi twitta - scrive Salvini su Facebook -: su 50mila carcerati, solo 257 per corruzione. Non è serio. CHIACCHIERONE. Su 50 mila carcerati, quasi la metà sono immigrati. Non è serio. Gli immigrati in galera sono mantenuti dagli italiani. Non è serio. Il Governo ha depenalizzato il furto e la truffa. Non è serio. Il Governo vuole chiudere 250 postazioni di Polizia. Non è serio". E conclude così:"Renzi va oggi in Turchia, che lui vorrebbe in Europa. Non è serio". Ma manca il vero finale. E quello lo aggiungiamo noi: Siamo già in campagna elettorale? Non è serio.











mercoledì 10 dicembre 2014

Mafia de' noantri, il rosso al nero:" Grillo ha distrutto il PD. Non ci siamo più noi".



La cupola romana aveva una spina nel fianco: il Movimento 5 Stelle. Siamo nel 2013 quando, in una intercettazione, il re delle coop rosse, Salvatore Buzzi, si lascia sfuggire una confidenza di troppo a Massimino il Fenomeno:"Il problema è che non ci stiamo più noi perchè Grillo è riuscito a distruggere il PD". Una preoccupazione, quella di Buzzi, più che fondata visto che all'epoca il Movimento cinque Stelle aveva raggiunto risultati politici eclatanti nella capitale. 

A diffondere la notizia è stato Il Fatto Quotidiano poche ore fa (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/10/mafia-capitale-sfogo-carminati-non-ci-stiamo-grillo-distrutto-pd/1261397/) e al centro del discorso tra i due, l'ultima nomina alla municipalizzata romana Ama SpA, quella di Giovanni Friscon:" Un uomo nostro" definito da Buzzi intercettato dal Ros dei Carabinieri, che esprime piena soddisfazione al suo collaboratore, Carlo Maria Guarany. "Lui sarà il numero uno: il nostro Friscon farà il direttore generale di Ama al posto di commini......", dice soddisfatto al telefono il re delle coop.